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Patrizia Pitzianti – Arte e Natura

Patrizia Pitzianti – Arte e Natura

Per chiudere Marzo all’insegna della creatività, in una tiepida giornata di sole Arte e Natura accoglie una sorridente giovane donna che ci racconta una semplice ma sorprendente forma di arte creativa. La natura circostante  fornisce gli elementi utili per la realizzazione dell’idea e Patrizia ci affascina con la sua arte.
L’artista ha 47 anni nasce a Varese da genitori sardi, e vive in lombardia fino all’età di 18 anni. Frequenta la scuola di modellista e confezionista, ama dipingere fin da bambina, lavora nella sartoria per una sarta che produce per Missoni e Versace, quindi con la massima cura dei dettagli, e si appassiona al ricamo e ai tessuti.
Da piccola la bisnonna anch’essa sarta per tenerla buona le dava ago filo e un pezzo di stoffa stimolando così quella che sarebbe diventata una passione. Anche la mamma, quando si passava in edicola, le comprava i set da punto croce e mezzo punto per i lavoretti sul divano e ci rivela che tutte queste attività sono diventate molto importanti, quasi terapeutiche nel districarsi da dinamiche di vita un pò complicate.

La nostra opera ci attende, per conoscere la cianotipia botanica. I raggi del sole rappresentano la fonte essenziale, la luce che genera ombre, l’intensità che accarezza, la forza della natura che ci circonda. Una breve passeggiata alla ricerca estremamente semplice di foglie, piccoli fiori, ispirazioni per il lavoro pensato dall’artista e si può iniziare.


“Posizionando su una striscia di tessuto un qualsiasi oggetto, nel nostro caso piccoli elementi del giardino, ed esponendolo alla luce solare, è possibile realizzare particolari decorazioni, sfruttando il processo cianotipico (scoperto nel 1839 da Sir john Herschel astronomo inglese) basato sulle proprietà chimico fisiche dei sali di ferro che, attraverso i raggi  solari, da sali ferrici trivalenti si trasformano in  sali ferrici bivalenti per azione della luce  con produzione di una immagine  permanente.”

Davvero interessante, spiegaci i vari passaggi.


“Sul panno precedentemente trattato con degli acidi che gli hanno conferito un colore giallo adagiamo i nostri componenti  naturali  (l’elicriso, il ranuncolo, la spiga di grano, l’anice stellato, il trifoglio, la violetta del pensiero) raccolti in giardino con l’esposizione al sole vediamo dopo 5/10  minuti come lo sfondo cambia e assume un bel colore blu, mentre si imprimono le ombre degli elementi. Il panno viene bagnato con l’acqua ossigenata o in alternativa con aceto, il colore blu scarica e le parti coperte vengono così messe in evidenza, ovviamente la velocità dell’esposizione dipende dall’intensità dei raggi solari, il processo è molto delicato, ora anche se il sole è velato riusciamo a intravedere le tracce dei nostri elementi botanici adagiati. Il lavaggio scarica l’acido e il colore, ma risalta le ombre ottenute che rimangono impresse, in un processo che può essere rigenerativo, poichè rimettendolo di nuovo in ombra gli acidi continuano a lavorare e  il blu si rigenera. I nostri elementi dopo il lavaggio rivelano tra le pieghe del tessuto delle ombre molto particolari, non tutte nitide, riusciamo a riconoscere perfettamente l’anice stellato e la spiga il resto della composizione è abbastanza  imperfetto ma non meno interessante. A questo punto il panno decorato e asciugato viene inserito all’ interno di un telaio circolare, e siamo pronti per il ricamo che andrà ad arricchire la composizione naturale. Scelgo gli aghi e i colori dominanti del  limbara dreaming, il viola e l’arancio  per creare gli elementi decorativi usando diverse tipologie di punti. Inizio col nodo francese e il punto rococcò sulla zona del tessuto non coperta dalle ombre, sulla foglia uso il punto riso, e il punto pieno. Sull’ultima zona uso il punto spirito, ricamo una grata che funge da sostegno  per intrecciare il filo sospeso come all’ interno di un labirinto, per completare inserisco dei petali di fiori precedentemente preparati con la tecnica del ricamo tridimensionale ed ecco il risultato finale”.


Bellissimo! Riusciresti a dare un nome al tuo lavoro?

” L’ispirazione mi suggerisce “RITORNO ALLA SEMPLICITA”,   un senso di benessere dato dagli elementi della natura, l’energia dei colori, un piacere direi  meditativo”.

Grazie Patrizia.