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Antonello Meloni – Arte e Natura

Antonello Meloni – Arte e Natura

Il sole ci illumina in questo nuovo mercoledì, e possiamo vivere la nostra puntata di arte e natura finalmente in giardino. Accogliamo Antonello da Calangianus, artigiano del sughero fin da ragazzo,un mestiere autentico per la gente gallurese, da sempre legata a questa importante risorsa patrimonio della nostra isola. Quale miglior contributo per il nostro progetto?

La natura stessa ci dona la materia prima, la quercia da sughero domina i nostri boschi, la gente in Sardegna da sempre lavora il sughero estratto dalla corteccia di questi alberi, e questo materiale leggero, poroso e tanto prezioso trattato da mani appassionate del proprio lavoro, prende sembianze eleganti e ci racconta una storia che inizia nella foresta.

“Ho iniziato da ragazzo a lavorare in sugherificio e per vent’anni ho fatto sia l’estrazione del sughero sia i turaccioli lavorando con mio padre. Nel 1992 ho aperto la mia prima azienda a Calangianus, continuando il lavoro di produzione dei turaccioli e girando la Sardegna per estrarre il sughero nelle foreste fino al 1999, anno in cui sono subentrato nell’azienda di famiglia Tamponi/Persico, produttori di artigianato.

Dal momento che loro intendevano vendere l’azienda ho scelto di prendere in mano il lavoro che a me piaceva e nel giro di qualche anno nel 2005 ci siamo trasferiti in zona industriale nell’attualestabile, nel 2007 c’è stato l’avvicendamento per cui siamo rimasti noi a portare avanti il lavoro dell’azienda originaria fino al 20016, anno in cui ho aperto un azienda parallela la TP CORK SOLUTIONS e lasciando lo scoiattolino nel logo (creato a Firenze da uno studio grafico nel 1970) abbiamo creato il brand dell’attuale Luxury Cork.”

Mentre Antonello ci racconta del suo lavoro fin dalle origini, seguiamo i movimenti delle sue mani esperte intente a creare la sua ispirazione nel nostro giardino. Un vaso bianco di forma geometrica, sottilissimi fogli di sughero, colla pennello, un martello di gomma e…. siamo proprio curiosi! “Per rivestire il vaso, dopo averlo incollato, uso come prima base del sughero agglomerato a grana fine per coprire eventuali fori. Partendo dal fondo, incollo per il secondo passaggio e uso del sughero naturale sfogliato a 0,8 mm tagliandolo negli angoli per una migliore aderenza e lasciando asciugare tutto per bene.

Quindi procedo con lo strato successivo fino al rivestimento finale, anche se in realtà molte aziende preferiscono il granulato più imperfetto rispetto a questo più liscio. Terminato il vaso procedo con la realizzazione dei fiori in sughero; si parte da un pezzo di sughero squadrato bollito sistemato in un macchinario che sfoglia, un affettatrice che sfoglia in lamine 20×26 cm e 0’8 di diametro, ovviamente avendo cura nella scelta della parte iniziale che deve avere poraggio quasi pari a zero, e a seconda delle lavorazioni viene applicato un supporto che in questo caso è una carta millirighe messa all’interno delle lamine, per cui otteniamo tre strati, due strati esterni di sughero e uno interno del foglio millirighe per uno spessore meno di un millimetro.

E’ la stessa lavorazione che si utilizzava per fare anticamente il papiro, poichè sono più passaggi con l’incollaggio per avere questo risultato finale per la composizione dei fiori.”

In due ore di sole e racconti il capolavoro è realizzato, un elegante vaso, perfetto pare sia nato con l’abito di sughero, e delle bellissime rose a completare la scena. Davvero sorprendente pensare come,dalla pianta e dal paziente lavoro di mani appassionate, l’ispirazione ha portato uno splendido concreto regalo dal connubio arte e natura.

GRAZIE ANTONELLO!