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Tra turismo e archeologia

Tra turismo e archeologia

In una tiepida domenica invernale partiamo da Tempio alla scoperta di un territorio molto vicino a noi, ricco di storia e archeologia. Dopo soli 20 km di strada arriviamo in Anglona,  storica regione  da sempre molto abitata, affacciata sul Golfo dell’Asinara, il cui confine naturale con la Gallura è delimitato dal fiume Coghinas.  A nord est sull’altopiano sorge Perfugas, paese di ultracentenari, il cui territorio conserva le testimonianze delle popolazioni già in età  preistorica e ospita resti di materiali pervenuti dal paleolitico e frutto di continui studi.

Attraversando il centro abitato giungiamo in prossimità della chiesa parrocchiale  per incontrare la nostra guida, Caterina, che ci attende all’ingresso dell’area archeologica del Pozzo sacro Predio Canopoli. 
Si tratta di un pozzo scoperto per caso nel 1924 all’interno di un cortile privato, dove venne scavato in parte e poi rinterrato, fino al 1975, quando fù iniziata la campagna di scavi che lo portò alla luce. Interamente realizzato in blocchi di calcare bianco, squadrati e levigati,ha la classica forma a buco di serratura di tutti i pozzi sacri rinvenuti in Sardegna, le pietre sono di uguali dimensioni tra loro con conci a T con bugne.
E’ diviso in tre parti,un atrio largo due metri e lungo quasi tre, vano scala e vano dell’acqua. Al centro dell’atrio si trova un altare con una coppella laterale e due sedili ai lati, e non e’ più presente quella che pare fosse stata una mensa sacrificale come testimonia un disegno fatto al tempo della scoperta del pozzo dal geologo Taramelli.
 
Il pozzo profondo tre metri ha una stretta scala di otto gradini, vi sono stati trovati dei bronzetti tra cui il più significativo raffigurante un toro  (ora conservato al museo Sanna a Sassari) e tutt’attorno si vedono i resti di un villaggio nuragico. Secondo lo storico Lilliu , per analogie con  il pozzo di Santa Vittoria di Serri si ritiene potesse essere ubicato nei pressi del pozzo un nuraghe poli lobato.

Proseguendo nei pressi del pozzo sacro visitiamo la chiesa  di Santa maria degli angeli, edificata nel sedicesimo secolo e dedicata alla patrona del paese. La facciata impreziosita dall’uso della pietra a vista appare colorata dal bianco dei blocchi calcarei e lo scuro del frontone. Costruita in stile gotico, ha tre navate interne e una cappella che ospita  il retablo più grande della Sardegna originariamente custodito nella chiesa campestre di San Giorgio. 

Si tratta di un opera lignea del 500, formata da 54 tavole divise in 14 pale , alto circa otto metri , largo sei metri attribuito a un artista anonimo chiamato “il maestro di Perfugas”. L’opera  realizzata nel sedicesimo secolo in stile gotico aragonese e’ interamente in legno con cornici intarsiate ricoperte in lamina d’oro , presenta una nicchia centrale che ospita la statua di San Giorgio martire a cavallo, ma probabilmente in origine, visto il colore blu di sfondo e le dimensioni  doveva ospitare una statua della Madonna col bambino. Si tratta di un vero e proprio  catechismo, scene interne che descrivono principalmente i momenti principali della vita di Gesù , mentre le cornici esterne, il cosi detto polvarolo che racchiude il retablo su tre lati , raffigura santi, profeti, martiri e una figura particolare non identificata, che si pensa possa essere colui che ha commissionato l’opera.
Lasciamo l’affascinante  visita al retablo, per dirigerci  al MAP  museo archeologico paleobotanico gestito dalla cooperativa SA RUNDINE,  dove confluiscono i risultati degli scavi e ritrovamenti più’ significativi del territorio circostante.
Il lungo edificio presenta un area esterna  con grandi pannelli esplicativi  con resti fossili  pietrificati grazie ai processi di fossilizzazione  rinvenuti nell’area vicina, e la parte interna suddivisa in cinque sezioni. Da quella  paleobotanica,paleolitica,neolitica,nuragica e classica medioevale.
Una vera e propria avventura  a ritroso nel tempo, ad ammirare i numerosi esemplari della foresta pietrificata datata 18 milioni di anni fà, i manufatti risalenti ad antichissimi stanziamenti umani,l’affascinante statuetta della dea madre col bambino trovata a Perfugas, unica nel suo genere, illustrati dal racconto appassionato della nostra guida archeologa, capace di farti incuriosire e stupire in questo viaggio nel tempo.